venerdì 1 aprile 2011

i due volti di ojamajo

Ojamajo ha venticinque anni, lavora, si impegna, resta delusa, soffre per un lavoro che le fa schifo e si sente dire dagli altri di non lamentarsi e pensare al lauto stipendio, maggiore rispetto a quello di chiunque altro.
A venticinque anni Ojamajo, come molti, se non tutti, suoi coetanei vorrebbe poter soddisfare i suoi desideri senza pensarci troppo; tra queste il suo desiderio da tanti troppi mesi è focalizzato sull'iphone. Oggetto assolutamente troppo costoso ma che non si sa bene perchè hanno tutti quelli che vede in giro, per lo meno quelli che hanno la vaga idea di cosa esso sia.
La parte 50enne nascosta dentro Ojamajo, quella inculcatale in testa dal momento della sua nascita da una famiglia di folletti della Gringott è: non si spreca. Hai un bel cellulare molto meno costoso, l'Iphone alla fine è un telefono, o poco di più e costa metà del suo stipendio. In più c'è un mutuo da pagare, l'assicurazione su macchina e casa e accantonare qualcosa per la vecchiaia, per chi non si sa considerando che figli non ne avrà. La casa in cui vive, Ojamajo non pensava nemmeno lontanamente di comprarla, stava bene in affitto dove stava prima, ma il mutuo era un affare non si poteva perdere, e la parte 50enne di lei alla fine ha ceduto ai genitori, ingabbiandola così non solo in un lavoro ma anche in una città che lei detesta con tutte le sue forze.
Stasera dopo l'ennesimo rinfaccio dei suoi sul suo troppo consumismo, sul fatto che dovrebbe ancora ringraziare di avere un lavoro che la mantiene pazienza se le fa schifo e non ci si trova bene, pensasse allo stipendio.
Ma se a 25 anni Ojamajo questo stupendo mirabolante stipendio Ojamajo non può usarlo per uscire, andare al cinema, andare in vacanza, comprarsi qualche vestito o realizzare il piccolo sfizio di comprarsi un Iphone cosa c'è di bello nella vita? E che non le si venga a dire ma hai una casa perchè questa casa più che un piacere è l'ennesimo strato di sbarre su una vita le cui scelte non sono mai state pilotate dalla proprietaria ma dalle assurde idee inculcatele in testa da due persone aride che quando guardano la propria figlia non possono fare a meno di mostrare lo schifo e il disgusto per l'unica scelta per cui ha lottato, la sua vita con Cannie, incolpando quest'ultima per la sua infelicità.

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